Apparteniamo a sette regioni diverse, lavoriamo tutti nel settore ambientale, insieme abbiamo un fatturato non grande, comunque pari a circa 91 milioni di euro, diamo lavoro a circa 2140 persone, di cui oltre un terzo appartenenti alla cosiddetta categoria dei lavoratori svantaggiati. Ci siamo incontrati nella stagione più difficile della cooperazione sociale, quella squalificata dalle vicende romane e non solo. Sentivamo il bisogno di impegnarci a restituire piena dignità al nostro lavoro ed al nostro segmento della cooperazione.
Abbiamo bilanci certificati e un organo di vigilanza interno come previsto dal Modello di Organizzazione Gestione e Controllo istituito per garantire trasparenza e correttezza nella governance delle cooperative. Abbiamo uffici del personale che accompagnano i soci lavoratori in ogni loro difficoltà, legate al lavoro così come alla vita, propria o familiare. Ci aiutiamo per le pratiche per la salute, con l’erario, con la giustizia, le banche, i SERT, i servizi sociali, per la casa e per ogni altra questione per la quale ogni socio possa chiedere aiuto.
Le relazioni dei nostri sindaci sono lusinghiere e senza ombre, non finanziamo partiti né fondazioni, semmai raccogliamo soldi tra di noi per qualche aiuto a progetti che nei nostri viaggi collettivi di solidarietà andiamo a conoscere, alcuni dei quali condivisi anche con Te, come ad esempio il Centre Abel a Grand Bassan.
Lavoriamo su diversi aspetti per rendere più agibile lo sforzo compiuto dalle coop sociali, come ad esempio il superamento della pratica delle gare al massimo ribasso. In nome di una maggiore efficienza e del “libero mercato” si licenziano lavoratori a rischio di marginalità sociale anche per poche migliaia di euro; insieme come rete ci stiamo impegnando a valutare le ricadute di un’occupazione offerta a chi provenendo da aree di disagio sostiene sé e la propria famiglia con un lavoro onesto legato a servizi di pubblica utilità, dalle istituzioni ci aspetteremmo che si impegnassero a trovare gli strumenti per sostenere le buone pratiche che permettano di coniugare qualità dei servizi, rispetto delle regole e tutela di quello che lei stesso ha chiamato lo “spirito cooperativistico”.
Se una lezione c’è da non perdere dalle vicende di mafia capitale è quella di cercare tutti insieme i modi per migliorarsi, non quelli per fronteggiarsi. Una sola cosa appare chiara da quei torbidi avvenimenti, che nessuno degli attori coinvolti può dirsi estraneo, e non ci riferiamo alle singole persone, le responsabilità sono diffuse e si distribuiscono a grappolo fino a lambire i cittadini sempre più spettatori rassegnati.
Aderiscono alla Rete le seguenti organizzazioni:
Coop. Sociale AMBIENTE SOLIDALE (Campania)
Coop. Sociale MONTERICCO (Veneto)
Coop. Sociale NUOVA SOCIALITA’ (Piemonte)
CONSORZIO COSM (Friuli)